Ogni podista ha un suo passo che caratterizza il proprio ritmo di corsa, tecnica di corsa e falcata. La velocità di corsa di un podista si può valutare analizzando due parametri importanti: la frequenza e l’ampiezza del passo.
La frequenza, lo dice la parola stessa, non è altro che la cadenza e quindi il ritmo del passo. Mentre l’ampiezza del passo è caratterizzata da entrambi gli appoggi, cioè è la distanza dagli appoggio di ambedue i piedi (dx e sx). Tenendo presente che si parla di aspetti tecnici della corsa, essi sono condizionati molto dalle caratteristiche fisiche del soggetto e si possono racchiudere in diversi aspetti:
In uno studio condotto dal Prof. Piero Incalza, allenatore di alcuni maratoneti della nazionale italiana e ricercatore del centro studi di Roma, presentato sulla Rivista Atletica Studi N°3 2008, si è potuto analizzare il passo di corsa nei corridori di lunga distanza. “In pratica prendendo in esame atleti di sesso maschile e femminile, sia top runner e sia amatori, si è potuto arrivare alla conclusione pratica che l’elemento discriminante nell’evoluzione tecnica nella corsa prolungata è dato dalla , più che dall’ampiezza”!
In pratica si è notato che i top runner rispetto agli amatori riescono, man mano che corrono più velocemente, ad aumentare la frequenza del passo più che l’ampiezza, il piede è più reattivo e tocca più volte per terra con una fase di volo più breve. Inoltre, si è potuto verificare che è fondamentale per chi corre le lunghe distanze (Maratona) diminuire il costo energetico della corsa, quindi ridurre al massimo ogni consumo inutile, e riuscire a correre per tanto tempo avendo la stessa tecnica di corsa senza sballature. Valutando anche due top runner alla stessa velocità si è notato che c’è chi riesce a consumare meno energie ed avere una falcata più economica che gli permetterà alla fine di avere energie indispensabili per cercare l’allungo e staccare il gruppo. Da ciò si evince l’importanza di dedicare del tempo durante la preparazione agli aspetti tecnici della falcata e rendere il gesto tecnico più economico possibile.
Tutti gli aspetti inerenti alla Frequenza e all’Ampiezza del passo è possibile valutarli durante gli allenamenti, possiamo verificare come cambia la nostra frequenza o ampiezza in base al ritmo di corsa. E’ da tener presente, in base alle caratteristiche prima menzionate, che ognuno di noi ha una frequenza e ampiezza del passo ideale ove sfrutta al massimo il proprio potenziale. Se cerchiamo di modificare eccessivamente la nostra naturale corsa rischieremmo di sprecare troppe energie e non sfruttare al meglio la nostra falcata. Se però corriamo sempre allo stesso ritmo, effettuando sempre le stesse tipologie di allenamento, esempio corsa lenta, corsa media, rischiamo di far scadere la frequenza del passo che viene accentuata maggiormente nella corsa veloce, ove il piede deve toccare velocemente il terreno e poi subito spingere per il passo successivo.
Secondo Piero Incalza (Atletica Studi n°3 -2008) “vi sono vari modi per misurare la frequenza del passo di corsa, si possono contare il numero dei passi in un determinato tempo, o cronometrare il tempo impiegato per effettuare un prestabilito numero di passi. Esempio si rivela il tempo di 10 appoggi sullo stesso piede (10 falcate – 20 passi). Per conoscere la frequenza si divide 20 x il tempo registrato su 10 falcate”.
Questo esercizio semplice che ognuno di noi può fare per verificare la frequenza del passo alle diverse velocità lo si può provare allenandosi sul tapis roulant aumentando la velocità di 0,5km/h e contare i passi a ogni incremento di velocità, per verificare e constatare le modificazioni che avvengono a ogni variazione di ritmo, a ogni variazione di velocità, e durante ogni mezzo di allenamento. In questo modo quando avremo in programma una Corsa Lenta sapremo che per ogni minuto dobbiamo fare “tot passi”, a sensazione riusciremo a capire che quello è il ritmo giusto per portare a termine la nostra seduta di corsa lenta. Quindi il consiglio è di provarlo in allenamento nel momento in cui eseguiamo la fase di riscaldamento ove il ritmo è più lento e la freschezza iniziale ci permette di poter essere concentrati su ogni falcata. Da questa dissertazione si capisce come il correre in maniera frequente e regolare ci permette di migliorare anche la tecnica di corsa, quindi anche il consumo energetico della corsa è più limitato e di conseguenza si corre sempre più a lungo consumando meno energie. Questa è anche una risposta pratica al fatto che per correre una maratona non è solo importante avere tante energie a nostra disposizione, ma anche e soprattutto quelle che riusciamo a consumare o meglio a risparmiare con una tecnica e falcata redditizia ed efficace per tanti chilometri.